Quando ci si approccia ad una lingua nuova, arriva certamente quel momento in cui ci viene detto di cercare di imparare quante più parole nuove possibili. Certamente un buon metodo per scalare le ‘’vette più alte’’ della lingua, ma sicuramente complesso se non si vive nel territorio in cui la lingua in questione è parlata. In questo caso, soprattutto se non è possibile portare avanti un apprendimento full time, rischia di diventare un elenco mnemonico di vocaboli fine a se stesso.

Dal mio punto di vista di studente imparare una lingua dovrebbe essere quanto di più divertente possa esserci nella nostra routine e, proprio perché la lingua è uno strumento che ci ritroveremo un domani ad utilizzare nella quotidianità, apprenderla dovrebbe essere quanto più leggero possibile. Il mio consiglio, dunque, è quello di associare una parola, qualsiasi parola nuova, ad un’immagine o ad una situazione, in modo da stamparla nella mente e non cancellarla più.

I libri, la musica e, soprattutto, i film sono degli alleati preziosi. Oggi vorrei parlare dei film perché, sì; i film e le serie tv sono, a mio avviso, gli alleati migliori in quanto permettono di associare le parole alle immagini e memorizzarle con molta più facilità. Un altro consiglio che mi permetto di dare è quello di buttarsi subito, senza paura di non capire il film: sottotitoli alla mano e sarà un successone. A me è tornato utilissimo quando ho preparato l’esame per la certificazione Goethe.

Vorrei parlare di un film tedesco che ho visto recentemente, Ich bin dein Mensch di Maria Schrader, uscito nelle sale nel 2021 e presentato alla settantunesima Berlinale del 2021. Consiglio davvero di vederlo in lingua originale, perché si apprezzano sfumature della lingua che nella versione tradotta vengono a mancare e non sono allo stesso modo divertenti.

Siamo a Berlino: Alma Felser è un’archeologa che conduce un progetto di ricerca al Pergamon Museum ed il suo capo le ‘’propone’’ un accordo secondo il quale dovrebbe testare per tre settimane un robot costruito appositamente per convivere con gli esseri umani, in cambio può partecipare ad
una spedizione a Chicago, dove avrà la possibilità di vedere in prima persona delle tavolette con scrittura cuneiforme.

Deine Augen sind zwei Bergen, in denen ich versinken möchte: I tuoi occhi sono due montagne in cui io vorrei annegare. Questo il primo approccio che Tom ha con Alma, in un locale berlinese. Non proprio il genere di frase che metterebbe a proprio agio ad un primo appuntamento. Tom sembra essere perfetto, è bello, elegante, cortese e romantico, il genere di partner che tutt* vorrebbero. Così, come afferma lui stesso durante i primi giorni di convivenza in casa di Alma, perché, sì, diciamola tutta, convivere con qualcuno non è mai semplice, figuriamoci se poi lo si deve fare con un umanoide.

Alma è, dunque, schiva nei riguardi di Tom, non vuole aprirsi a lui e non crede possa essere possibile concedersi ad una macchina. Avrà ragione? Il fim si incentra su tematiche legate all’amore, alla nostra fiducia nei rapporti umani e la fiducia nelle intelligenze artificiali. Potranno mai un giorno queste macchine così perfettamente progettate convivere con degli esseri umani, sarà possibile dare conferma a questo esperimento?

Sono molti gli autori che, oltre alla Schrader, si sono interrogati sul rapporto uomo macchina, vorrei consigliare due dei miei preferiti: Her di Spike Jonze; Klara e il sole, Non lasciarmi di Kazuo Ishiguro (uno scrittore che personalmente apprezzo molto e che consiglierei a chiunque senza batter ciglio). Unico piccolo disclaimer per l’ultima sua opera citata: non leggete il libro o non vedete il film se non siete di buon umore.

Vedi il film „Ich bin dein Mensch“ in lingua tedesca, a disposizione anche i sottotitoli.